Sabato 3 e domenica 4 febbraio, con una dedica speciale, è probabilmente accaduta una magia che, inevitabilmente, rimarrà nelle memorie del Teatro Siciliano
Al “Nuovo Teatro Zappalà” di Palermo, abbiamo assistito al recital “3 anni senza te – vi racconto la mia verità”, interamente ideato, scritto ed interpretato dal Maestro Franco Zappalà e che ne ha segnato il ritorno in scena dopo ben tre anni di lontananza. In altre circostanze vi avremmo raccontato una storia, una coinvolgente trama, vi avremmo raccontato dei colpi di scena, delle incantevoli scenografie e magari, il solito lieto fine. Ma questa volta no. Non possiamo che parlarvi dell’Uomo. Quell’Uomo che si è messo a nudo e che nel turbinio delle sue emozioni, trova il modo più efficace per trasmetterle al suo pubblico. Eh si!…Una vera e propria “lapidazione”, quelle 26.280 ore. Al pari di 26.280 sassate. Con la sgradevole sensazione di sentirsi “nascosti”, troppo “distanti” dagli altri e, allo stesso tempo, liberi e con una verità indiscutibile, giusti! Meritevoli di gratitudine e non di paradossi, angosce e trame di vaga memoria Kafkiana. Non poteva e non doveva durare a lungo questa assenza. Perché l’amore non lo nascondi. E questo amore per il legno del palco, per la polvere, per quelle “belle” giornate trascorse nelle tenebre del Teatro, per l’odore dei trucchi, per gli abiti di scena, per le parrucche, per le pagine consunte dei tanti Copioni!… E’ la tua vita. Hai vissuto i tuoi anni nella finzione ed essa, ti ha ricambiato con verità, a sua volta. In fondo, domenica sera, Franco Zappalà ce lo ha ricordato: “non c’è niente più vero della finzione”. E allora il Maestro (o “Mastro” come, in certi frangenti, avrebbe preferito farsi chiamare), ripercorrendo le strade maestre della sua arte, ha trovato pure il tempo di deliziarci con un omaggio al Grande Teatro Napoletano al quale è incantevolmente legato e regalandoci una magistrale interpretazione de ’a Livella dell’immortale Antonio de Curtis, in arte, Totò. Leggiadre come farfalle, ad adornare le scene, le due danzatrici del Corpo di ballo “NUOVO TEATRO ZAPPALA’”, ciascuna con la purezza di un Angelo ed intente a rendere più dolce anche la più cupa disperazione del protagonista quando, in un culmine di emozioni interiori, di sgomento e di verità non sempre dette, conclude il suo recital in “accorata disperata preghiera”, affinché la sua “verità” possa ancora affidarsi ai molteplici personaggi da interpretare, stando al riparo nella casa di sempre. Il Teatro. Il Maestro Franco Zappalà è stato accompagnato, per tutta la durata del suo recital, da una presenza speciale. Lo spettacolo, infatti, è dedicato alla sua cara Mamma, scomparsa da poco tempo. Avremmo forse avuto bisogno di più spazio per trasmettervi le emozioni che in platea abbiamo colto domenica scorsa. Abbiamo assistito ad una interpretazione toccante e ci auguriamo che il recital possa essere riportato in scena. In ogni caso, l’augurio maggiore che ci facciamo, e che il Teatro Siciliano deve farsi, è quello di rivedere presto Franco Zappalà sul palco.
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