Uno spettro si aggira per l’Italia. E chissenefrega di nonno Spread

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Uno spettro si aggira per l’Italia. E chissenefrega di nonno Spread

berlusconi cornadi Carlo Piedistalli

Il Pdl smonta Monti. Il premier di ritorno dalla prima della Scala e da una trasferta francese annuncia le sue dimissioni dopo l’approvazione della legge di stabilità. Le elezioni politiche si anticiperanno di circa due settimane: entro la fine di febbraio con le Regionali di Lombardia e Molise. Non del Lazio, dove il sistema (e il calendario) è in preda agli spasmi dei giudici amministrativi che ora hanno detto: si vota il 3 e 4 febbraio. Il Pdl, intanto, blocca il taglio delle province. Berlusconi, non a caso, è pronto a ratificare la candidatura alla presidenza della Lombardia del segretario leghista, Bobo Maroni. I giornali stranieri sputtanano preventivamente Berlusconi. Lui fa sapere agli italiani che è tutta una tattica per far deprezzare le nostre aziende e poi metterci le mani sopra. La Borsa crolla preventivamente, lo spread risale sensibilmente (ma non era la promozione in prima elementare del nipote di Monti). Berlusconi, candidamente, come se la politica vita fosse solo ciò che si vede e non anche ciò che succede in regia fa sapere: ma chi se ne frega dello spread. Prima non se n’era mai sentito parlare, appunto. Infatti parlava solo lui. Berlusconi. E noi che, dopo Monti, pensavamo ci fosse la III Repubblica…