Facebook e Instagram down, Meta non rassicura gli utenti: è social-ansia

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Facebook e Instagram down, Meta non rassicura gli utenti: è social-ansia

La sensazione è quella di soffocamento di mancanza d’aria, battiti accellerati, nervosismo, tensione, a volte sarà capitato a me come a voi di provarla ma credo che nessuno di noi avrebbe mai potuto pensare, che questa condizione potesse essere generata da un problema di un social su internet. 

Ebbene si, questa tremenda sensazione ha attanagliato, come una malattia serpeggiante e manifesta milioni di persone qualche giorno fa, quanto i canali social di Meta: Facebook e Instagram sono inspiegabilmente diventati inaccessibili o hanno mandato segni di instabilità. Facebook richiedeva password di accesso che poi non riconosceva, Instagram non mostrava dati corretti tra post non visibili, follower scomparsi ed errori di accesso.

Diciamo che tutto questo fino a una decina di anni fa avrebbe sicuramente creato disagio tanto all’utente consumer, generando preoccupazione e nervosismo quanto all’utente business come me ad esempio, che lavorando con i social per sé stesso ma soprattutto per vari committenti, si sarebbe preoccupato di perdere eventualmente, dei budget investiti sia in campagne di marketing che nella gestione dei profili dei propri clienti. 

Un disagio diciamo, tutto sommato nella norma ma pochi giorni fa si è assistito a un fenomeno di massa preoccupante, il manifestarsi di un’ansia social sconcertante, preoccupante e soprattutto a mio vedere, inquietante, perché dimostra quanto queste piattaforme siano riuscite ad entrare così profondamente nella nostra vita, tanto da poter modificare il nostro stato psichico e umorale in maniera davvero troppo importante.

Si sono rincorsi messaggi, telefonate, scambi di frasi preoccupate in mezzo alla strada, un brusio diffuso di come potesse essere possibile non poter accedere ai propri canali social, di non poter aprire quella finestra digitale che pare donarci raggi di sole e aria fresca che tanto ci confortano, accompagnandoci nella nostra quotidianità. 

Tutto questo è stato scatenato da una problematica risolta nel giro di poche ore, seppur senza che Meta adducesse motivazioni ben precise a questo problema.

E se fosse stato così per giorni? Avremmo brancolato per le strade in preda a malesseri profondi, ad ansia da social a disturbi della personalità? 

Siamo diventati così schiavi psicologicamente di questa seconda vita digitale?

Siamo davvero sicuri di aver acquisito, con l’accesso a questo mondo social, una libertà assoluta di espressione e di presenza?

È una droga senza sintomi apparenti, che giorno dopo giorno ci assuefà, quasi coccolandoci ma penetrando dentro di noi sempre più profondamente rendendoci schiavi con la necessità della sua presenza quotidiana. 

Non possiamo farne a meno…

A proposito, ricordate un tempo quando la luce saltava e si rimaneva al buio anche per diverse ore?

Allora si accendeva una candela e con quella poca luce si chiaccherava, si provava anche a leggere un libro, magari a fatica ma spesso si guardava fuori dalla finestra immaginando come fosse la città al buio, forse eravamo liberi di non doverci essere sempre.

Scritto da Riccardo Diffidenti