Una Lazio incerottata non può nulla contro la Juventus

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Una Lazio incerottata non può nulla contro la Juventus

antonio candrevadi Silvia Panizza

La Lazio affonda con la capolista Juventus e dice addio a ogni piccolo sogno di Champions. Ci si aspettava una prestazione di livello per poter superare la compagine che a breve vincerà il secondo scudetto consecutivo dell’era Conte, ma la Lazio, vuoi per le defezioni che aumentano sempre di più, vuoi per la stanchezza vista la mole di partite disputate, vuoi per l’amarezza della gara in Europa League, non riesce a superare lo scoglio bianconero e si arrende a una squadra che si è mostrata, questa volta, superiore in tutto. Finisce 2-0, doppietta di Vidal, entrambe le reti messe a segno nella prima frazione di gioco, all’8’ su calcio di rigore dopo il fallo ingenuo di Cana, e al 28’ su cross di Vucinic intercettato da un difensore biancoceleste. Una Lazio che scende in campo rimaneggiata a dir poco, in difesa la coppia Ciani – Cana, che finora non aveva mal disputato, ma che ieri sera ha palesato tutti quei limiti che tutti i tifosi laziali temevano, oltre allo stanco Gonzalez e allo spaurito Stankevicius, di ritorno sui campi da gioco dopo oltre un anno di assenza. In difesa la sufficienza la può prendere solo Ciani, autore di una prova segnata quanto meno da molto impegno e ardore, oltre al colpo di testa pericoloso in avanti nella ripresa. Peggiore Cana, fallo sciocco, ingenuo, assolutamente fuori tempo per il rigore, nel raddoppio si dimentica Vucinic e al 25’ si mangia un gol praticamente fatto. Male, davvero male, nemmeno l’ombra delle buone prestazioni di qualche tempo fa. Petkovic, di fronte a tali emergenze, non ha molta scelta per la formazione, unico errore, molto probabilmente, il dar fiducia a uno scarico e ancora fuori forma Mauri invece di Ederson: appena entra il brasiliano, infatti, la Lazio si propone in avanti con maggiore intensità, forse avrebbe dovuto esserci dal 1’, chissà. Nella ripresa, infatti, la Lazio non ha giocato male, forse avrebbe potuto anche rimediare una rete, se solo non si fosse gettato via un primo tempo magari sarebbe potuta finire diversamente. Resta il rammarico più grande per una difesa inventata, scarna, poco convincente: ma varrà proprio la pena tenere due come Diakité e Cavanda fuori rosa per questioni di principio? Il mister di Sarajevo ha dichiarato a fine gara che senza una rosa adeguata non si può puntare poi così in alto, ma allora perché non superare queste diatribe e sfruttare ogni giocatore disponibile? Ieri sera abbiamo visto una panchina di ragazzini della Primavera, per carità, giusto dar loro spazio, ma davvero non puoi puntare in alto se le alternative sono solo loro. Il sogno Champions finisce anche per questa stagione (e si rischia anche di non mantenere la quinta posizione in graduatoria), solo che quest’anno non finisce all’ultima giornata, ma con diverse domeniche di anticipo. Chissà allora se la colpa era tutta di Reja. Chissà se in questa Lazio il vero problema non sia un altro. Chissà perché il povero tifoso biancoceleste debba sentirsi sempre scivolare le cose per un soffio. Chissà perché vedere ieri sera Cragnotti in tribuna ha fatto palpitare il cuore di nostalgia a più di un sostenitore.