Trasporti: accessibilità per i disabili, troppe barriere architettoniche

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Trasporti: accessibilità per i disabili, troppe barriere architettoniche

trasporti disabiliPurtroppo la situazione attuale di Roma e del Lazio non è delle migliori. Questi i dati diffusi oggi dalle fonti di cronaca: la linea A della metropolitana continua ad essere chiusa ai disabili. Su 27 stazioni, 16 non sono accessibili a chi è costretto su una sedia a rotelle. Quasi due terzi delle fermate della linea A sono sprovviste di ascensore o monta-scala. Nel centro storico di Roma, su 460 fermate di bus solo il 10% è accessibile ai disabili. Ma anche il trasporto regionale del Lazio registra pessime condizioni. Tramite il progetto “Informazione e stazioni senza barriere”, che si è occupato di monitorare l’accessibilità e i servizi informativi delle stazioni laziali di RFI e Trenitalia, il Codici ha infatti rilevato numerose criticità. I dati ricavati dall’indagine raccontano di servizi carenti e scarsa informazione all’utenza; lacuna, questa, che grava pesantemente anche sull’accessibilità ai servizi. Nel 90% dei casi manca l’informazione base che serve, ad esempio, ad un soggetto ipovedente o non vedente a raggiungere il treno, mancano le indicazioni in braille, sono assenti informazioni relative al livello di accessibilità per i disabili. Il disabile sembra essere un soggetto sconosciuto alle ferrovie, in quanto viene ignorato nel suo diritto più elementare, quello della mobilità. Le stazioni precipitano ai livelli minimi di standard qualitativo quando si tratta di garantire l’accessibilità, sia alla stazione che al treno. Molto spesso manca l’informazione circa l’esistenza del servizio, per cui, presente o meno, mancando le indicazioni è facile che l’utente non se ne serva, da qui l’inaccessibilità. Troppo frequente, inoltre, la mancanza di ascensori e servo-scala. Fanno registrare condizioni di inaccessibilità le stazioni di Monterotondo (FR 1), Tivoli (FR 2), Viterbo P.F. (FR 3), Lanuvio e Cecchina (FR 4), Pantanella (FR 4), Sezze Romano (FR 7), Padiglione (FR 8). Queste stazioni non garantiscono i livelli minimi di qualità del servizio. La stazione Padiglione, ad esempio, presenta un buon livello di accessibilità ai binari per le persone portatrici di handicap, un buon percorso tattile per i non vedenti. E’ pessima l’accessibilità dalla banchina al treno, non c’è un percorso tattile. Mancano le informazioni per il servizio igienico, anche in braille. Tor Sapienza(FR2) è la stazione fantasma per eccellenza. Le informazioni per gli utenti, disabili e non, sono completamente assenti e, di conseguenza, anche l’accessibilità ai servizi è gravemente limitata. Un utente non vedente ha così serie difficoltà a raggiungere i binari (mancando il percorso tattile), non riuscirà a contattare il personale della struttura, perché sono assenti le indicazioni adeguate e il personale stesso. L’accesso ai binari è gravemente compromesso ma, solo in questo caso, è presente il percorso tattile per non vedenti. Completamente assente la sala d’attesa, le informazioni per raggiungere i servizi igienici, le uscite di sicurezza. L’ascensore, nel momento in cui è stata effettuata la rilevazione, era guasto. A disposizione dell’utente disabile: una rampa di scale. “Il diritto alla mobilità dovrebbe poter essere garantito a tutti – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – A tal proposito il Codici, come illustra la piattaforma programmatica elettorale (www.codici.org) sostiene i seguenti punti per migliorare la condizione attuale: · Adozione dei 10 principi del TIMES sulla mobilità sostenibile; · Piena integrazione tra tutti i trasporti pubblici; · Telecontrollo della puntualità e dei disservizi del trasporto pubblico”.