Storace-Pannella, non c’è l’accordo, resta l’amore

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Storace-Pannella, non c’è l’accordo, resta l’amore

marco pannella3Marco riconosce al segretario de La Destra quell’onestà intellettuale che non ha trovato in Zingaretti. Da Pdl e Udc migrazione romana verso il partito del candidato presidente per il quale, dunque, comunque andrà sarà un successo

di Daniele Priori

Tra i momenti più suggestivi del ritorno alla politica che si sta tentando, in qualche modo, di mettere in scena  in queste ore nel territorio laziale (nonostante i cattivi odori e gli scandali che continuano a circolare attorno alla composizione delle liste campane del Pdl) c’è il tentativo di accordo per le Regionali nel Lazio (sul quale Pannella non ha ancora finito di ragionare) tra i Radicali e il candidato presidente di centrodestra Francesco Storace.

L’apertura, in verità, era giunta proprio dal segretario de La Destra che si era detto pronto a garantire il diritto di tribuna ai due consiglieri radicali uscenti, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo. I due, come è noto, sono stati i promotori dell’azione che ha portato a scoprire il velo sulle losche attività finanziarie dei due ex consiglieri regionali Franco Fiorito (Pdl) e Vincenzo Maluccio (IdV) nello scandalo sui fondi al Consiglio regionale uscente. Secondo Storace i radicali dalla sua parte gli sarebbero serviti per vincere e garantire il necessario controllo delle operazioni attorno al presidente. Praticamente una cintura di garanzia che il segretario de La Destra avrebbe indossato serenamente a differenza del Pd ai quali i Radicali avevano chiesto ospitalità ricevendo a Roma il diniego di Zingaretti in persona (per incandidabilità dei vecchi consiglieri: come se guardie e ladri, insomma, fossero entrambi colpevoli allo stesso modo) e a Milano del candidato politicamente inesperto Ambrosoli. Tanto da bastare a suscitare l’ira e le conseguenti decisioni di Pannella tornato a tuonare, fino a poche ora prima della messa in macchina del nostro settimanale, contro “la metamorfosi del male: il democraticismo nazicomunista” che tra i principali obiettivi  continua ad avere, oltre al Pd, il capo dello Stato, arbitro entrato da un anno indebitamente e incostituzionalmente in gioco, secondo il leader radicale.

Tuttavia gli argomenti su cui continua a girare Pannella non hanno convinto gran parte della milizia radicale, in primis Emma Bonino che ha attaccato a testa bassa l’amico di sempre definendo non uno scandalo ma comunque un errore politico la possibile alleanza che per ora sembra scongiurata.

Fatto sta che da quest’altra parte del vetro, tanto nel mezzo ci sono spessissimo se non sempre le frequenze di Radio Radicale, il signor Hood Pannella, da par suo, non ha mancato di richiamare l’opzione romantica idealista della politica che da sempre lo contraddistingue.

Il vecchio leader, infatti, continua a ricordare come proprio Storace nei lontani anni’90 in Commissione di Vigilanza Rai parlò di “genocidio culturale dei radicali” da parte dei mass media, un idem sentire che basta e basterà al grande Marco per continuare a tenere aperto il canale col cagnaccio destrorso Storace. Fascista, forse. Sempre meglio dei nazicomunisti del Pd.

In ambito romano, invece, continua la migrazione dal Pdl a La Destra di Storace. In poche ora hanno cambiato sponda: i due Santori, Fabrizio consigliere comunale in Campidoglio, presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale, candidato con La Destra in Regione e Augusto, consigliere al XV Municipio, così come Marco Giudici, consigliere al XVI Municipio. Sia nel XV sia nel XVI Municipio i due consiglieri hanno dato vita ai gruppi de La Destra. Altresì dall’Udc starebbe passando nel movimento di Storace, con conseguente campio di campo e candidato, l’ex vicepresidente del Consiglio regionale Raffaele D’Ambrosio. Testimonianza di come l’operazione Storace, almeno per La Destra, stia risultando già più che vincente.