di Michela Maggiani
Mentana, in manette il presunto responsabile dell’omicidio del barista 54enne Giorgio Marcucci, confermato il movente della rapina. A tradire il 52enne Pasquale Carissimo i video della sorveglianza, studiati dai Ris, ma anche il riscontro del Dna di un suo cappello e una scatola di scarpe. I carabinieri hanno anche smontato l’alibi che l’uomo aveva fornito nei primissimi giorni dopo l’omicidio avvenuto la sera del 28 dicembre. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia e quelli della Compagnia di Monterotondo dopo soli dieci giorni di indagini sono andati a prendere il 52enne. Per lui l’accusa è di “omicidio e rapina pluriaggravata”. Dopo aver aspettato l’orario di chiusura del bar, quando le luci erano già state spente, le immagini hanno ripreso il 52enne mentre entrava nel “Ristobar Fantasia” di via Moscatelli uscendone di corsa, allontanandosi a piedi, pochi minuti dopo. Solo le indagini hanno fatto venire alla luce che prima di andare via Carissimo ha preso 450 euro dei circa 3mila di incasso del bar. A rendere noti i dettagli delle operazioni in occasione di una conferenza stampa il Comandante del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Ostia, colonnello Ciro Niglio, e il comandante della compagnia di Monterotondo, Domenico Martinelli. Le luci erano state già spente e quindi le immagini delle riprese video del bar non erano nitide, ma i carabinieri, con l’ausilio tecnico scientifico dei Ris, sono riusciti a venirne a capo provvedendo a fare riscontri con il su Dna da un cappello di lana stile peruviano ritrovato a terra dai militari proprio su via di Santa Lucia, vicina al bar, e una scatola di scarpe riconducibile alle calzature indossate dal responsabile la sera dell’omicidio.