Diritti civili: l’errore di Monti, il cenno di Berlusconi

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Diritti civili: l’errore di Monti, il cenno di Berlusconi

Mario Montidi Daniele Priori

Tenendo sempre conto del fatto che l’Economia in sé non è fine a sé stessa, non è la stessa cosa se si detassano gli utili alle imprese o si pensa solo ad abbassare i tassi per le banche. In un caso si libera l’imprenditore, nell’altro si libera la banca di aprire o chiudere il rubinetto all’imprenditore. Non è lo stesso se si esenta la Chiesa dall’Imu o se si riconoscono sconti fiscali all
e famiglie numerose come alle coppie di fatto (a prescindere dal sesso dei contraenti). Non è lo stesso fare una politica economica sociale, sociale di mercato, liberale e riformatrice o ultraliberista. Detto ciò, come ha detto anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è sbagliato (peggio se lo si fa per una strategia miope in partenza) pensare che ripresa economica e avanzamento civile del Paese possano essere tenuti separati. È l’errore grave, palese quanto convinto che sta compiendo il neopolitico Mario Monti convinto che i diritti civili e i temi etici siano sconnessi dal resto e non siano una priorità. Dividendo così ulteriormente il fronte alternativo alla sinistra. Mettendo ad esempio chi pensa che i diritti civili siano una priorità legata a doppio filo all’economia e al futuro di un’Italia migliore, ancora una volta nella condizione di guardare altrove. Magari al redivivo Berlusconi che sornione acconsente. Con un semplice cenno del capo.