“Due settimane – dichiara Simone Carabella – fa chiesi ufficialmente al PD di Albano un direttivo pubblico, straordinario ed urgente, aperto alla partecipazione di tutta la società civile, alla cittadinanza e alla stampa. Sono passati, da allora, 15 lunghi giorni ma ancora non ho ricevuto alcuna risposta né ufficiale né ufficiosa. Eppure i cinque punti programmatici, strategici per la battaglia contro l’eco-mostro dei Castelli Romani, sono ancora tutti lì, ad aspettare:
1) integrazione della convenzione con il CNR (deliberata in Giunta il 07/12/2012) che prevede la caratterizzazione geologica ed idrogeologica SOLO ESTERNA alla discarica di Roncigliano, anche con quella INTERNA, così come richiesto dall’ARPA LAZIO, al fine di avere rapidamente un quadro, il più esaustivo possibile, della reale situazione in cui versano le falde acquifere sulle quali insiste la discarica ed annesso impianto TMB.
2) Richiesta urgente al Gestore del Servizio Elettrico, GSE, della copia della “Convenzione preliminare” stipulata tra il CO.E.MA. e il GSE a giugno 2009 per l’acquisizione dei cosiddetti “certificati verdi”, redatta sulla base d’un ordinanza dell’ex Presidente della Regione Lazio Marrazzo bocciata dalla sentenza del Consiglio di Stato;
3) Disponibilità dei dati relativi alle qualità delle acque ad uso potabile degli ultimi 5 anni di tutti e dieci i Comuni dei Castelli Romani;
4) Riapertura, ai sensi del D.Lgs. 59/2005, della procedura di Autorizzazione Ambientale con richiesta alla Regione Lazio di convocazione di una nuova conferenza dei servizi sul tema Inceneritore dei Castelli Romani;
5) Ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.”
Sono passati ben 15 lunghi giorni, da quando ho inviato formale richiesta al Partito Democratico di Albano Laziale per la convocazione di un direttivo “aperto”, straordinario ed urgente, sulla questione gestione dei rifiuti ai Castelli Romani e battaglia contro la realizzazione dell’inceneritore.
La richiesta era ed è motivata dalla necessità di un chiarimento rispetto alle tensioni che si sono venute a creare negli ultimi tempi tra il Comitato NO INC (di cui faccio parte) e l’Amministrazione di Albano.
Al momento, però, non ho ancora ricevuto nessuna risposta né ufficiale né, tantomeno, ufficiosa. Tale silenzio è incomprensibile. Per questo motivo rinnovo, a gran voce, l’invito a confrontarci pubblicamente quanto prima ed a chiarire, una volta per tutte, i nodi che stanno, di fatto, rendendo inefficace e insoddisfacente l’azione dell’Amministrazione Marini su questi temi.
“La sentenza del Consiglio di Stato di marzo scorso – afferma Federica Nobilio – ha decretato uno spartiacque significativo nella battaglia contro l’inceneritore. Da quel momento sarebbe stata necessaria un’accelerazione nell’azione amministrativa al fine di contrastare l’attentato al nostro territorio rappresentato dall’ecomostro dei Castelli. La risposta della “politica”, invece, è stata quella di dichiarare, a parole, di volersi riappropriare di questa battaglia spostandola dalle aule dei tribunali alle sedi dei partiti ma così, di fatto, non è stato. Il PD provinciale e regionale non hanno sostanziato questa dichiarazione di intenti con fatti concreti. Questa aspettativa disattesa è stata, non posso negare, una delle ragioni che mi ha portato, pochi mesi fa, a rassegnare le mie dimissioni da coordinatrice del circolo del PD di Albano centro.
Non c’è più tempo da perdere, visto che sono già trascorsi invano più di nove lunghi mesi dal giorno in cui è stata pubblicata la nota sentenza del Consiglio di Stato.
Rinnoviamo al PD di Albano – concludono Simone Carabella e Federica Nobilio – la richiesta di confrontarsi, quanto prima, pubblicamente, su quelli che reputiamo essere i 5 punti programmatici e strategici per il contrasto alla realizzazione dell’inceneritore:
1) integrazione della convenzione con il CNR (deliberata in Giunta il 07/12/2012) che prevede la caratterizzazione idrogeologica SOLO ESTERNA alla discarica di Roncigliano, anche con quella INTERNA, così come richiesto dall’ARPA LAZIO (prot. 92747 del 18.11.2011), al fine di avere rapidamente un quadro, il più esaustivo possibile, della reale situazione in cui versano le falde acquifere sulle quali insiste la discarica ed annesso impianto TMB.
2) Richiesta urgente al Gestore del Servizio Elettrico, GSE, della copia della “Convenzione preliminare stipulata tra il CO.E.MA. e GSE a giugno 2009 per l’acquisizione dei cosiddetti “certificati verdi”, stipulata sulla base d’un ordinanza del Presidente della Regione Lazio Marrazzo bocciata dalla sentenza del Consiglio di Stato;
3) Disponibilità dei dati relativi alle qualità delle acque ad uso potabile degli ultimi 5 anni di tutti e dieci i Comuni dei Castelli Romani;
4) Riapertura, ai sensi del D.Lgs. 59/2005, della procedura di Autorizzazione Ambientale con richiesta alla Regione Lazio di convocazione di una nuova conferenza dei servizi sul tema Inceneritore dei Castelli Romani;
5) Ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.”