Mazzola a Radio Onda Libera: Juve gioca per sè e tutti giocano per la Juve

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Mazzola a Radio Onda Libera: Juve gioca per sè e tutti giocano per la Juve

sandro mazzola“Ha una marcia in più la Juve. Va dritta per la sua strada, e s’è visto che quando ha avuto un inciampo nessuno ne ha veramente approfittato”: commenta così Sandro Mazzola, intervenuto questa mattina alla trasmissione “Pezzi da 90” condotta da Massimo Boccucci sull’emittente umbra Radio Onda Libera con Alessandro Calori tecnico del Brescia e il giornalista Alfredo Pedullà opinionista di Sportilia, il titolo d’inverno conquistato dai bianconeri a due giornate dal giro di boa. “La Juve gioca per sè – ha detto Mazzola – e tutti giocano per la Juve. Il ritorno di Conte in panchina può considerarsi un rinforzo: ai giocatori basta guardarlo per sapere cosa fare in campo in certi momenti”.

Segnare tre gol all’Atalanta nei primi 27’, dopo la sconfitta dell’Inter all’Olimpico, è segno di strapotere? “Ha sfruttato la situazione – osserva Mazzola –, che non vuol dire un vantaggio psicologico perchè talvolta conoscere il risultato degli altri fa venire l’ansia e può condizionare negativamente”.

L’Inter più di così non può fare? “La gara contro la Lazio è emblematica – ha risposto Mazzola –. L’ha giocata da Inter: si è difesa rischiando tanto e quando è venuta fuori è stata fermata dai pali e da un episodio dubbio perchè poteva starci il rigore”.

Quanto è stato clamoroso il primo capitombolo al San Paolo del Napoli col Bologna? “Sicuramente inatteso. Credo che sia emersa una mancanza di convinzione nei propri mezzi perchè quando rimonti uno svantaggio e poi ti fai rimontare nel finale vuol dire che manca qualcosa”.

Più sorprendente in senso positivo la Lazio o la Fiorentina? “Per me la Fiorentina. Penso al gruppo di giocatori e a quanto gli sta dando Montella”.

Con il Siena, che ha esonerato Cosmi, hanno cambiato l’allenatore le ultime 5 squadre in classifica: siamo alle solite? “E’ un sistema tutto nostro, all’estero gli esoneri non sono così frequenti. Poi è chiaro che i presidenti non si possono cambiare e neanche tutti i giocatori, così diventa più semplice prendersela con i tecnici. Sul Siena c’è però un aspetto particolare da non trascurare: sul campo ha fatto 17 punti che non sono pochi. Senza la penalizzazione di 6 punti la classifica sarebbe molto diversa”.

Non sono mancate le polemiche arbitrali anche in quest’ultima giornata: ormai ci si deve abituare? “Ci sono sempre state e adesso che il calcio è più veloce aumentano le possibilità di sbagliare. Avere più arbitri in campo può innescare la convinzione che ciascuno segue la palla ed è portato a chiedersi cosa abbia visto l’altro”.

E’ in libreria “Ho scelto di stare davanti alla porta”, la sua nuova biografia. Cosa racconta Mazzola? “Cosa voleva fare un bambino: giocare al calcio. Sono stato fortunato. Mi hanno convinto a stare là davanti perchè io volevo stare dietro. E’ stato Helenio Herrera a convincermi, c’è riuscito e ha avuto ragione lui”.