di Marco Montini e Riccardo Manai
Riparte la ricerca della verità sul caso di Davide Cervia, il tecnico ligure esperto di guerre elettroniche rapito in circostanze misteriose il settembre di ventidue anni fa davanti la sua casa di Velletri. Venerdì 7 dicembre è andata in scena al tribunale civile di Roma la prima udienza del processo intentato alla famiglia contro lo Stato. Citati in giudizio dai figli e dalla moglie i ministeri della Giustizia e della Difesa, ai quali i familiari di Davide chiedono il risarcimento danni morali e materiali per quella che definiscono la violazione del diritto alla verità. Da notare che la battaglia legale dei Cervia è guidata dallo stesso studio legale che ha curato le vicende della scuola Diaz e della strage di Ustica. Prima della udienza, fissata per le 10 – seduta dove sono state comunicate l’indisponibilità del giudice incaricato, la relativa sostituzione e la comunicazione della prossima udienza al 30 aprile 2013 – la famiglia Cervia ha dato vita ad un sit in per sensibilizzare la scura vicenda di Davide: “Siamo tesi perchè sappiamo che sarà una battaglia lunga e difficile. Ma non molleremo finchè non arriveremo alla verità su mio padre”, ha promesso la figlia Erika.