Sciopero dipendenti Compass: la Camera resta a digiuno

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Sciopero dipendenti Compass: la Camera resta a digiuno

di Diego Cappelli

NofoodNon c’è proprio più rispetto per la politica. Non basta preferire il divano al seggio elettorale, invocare tagli agli stipendi, contribuire sui social network a inasprire il clima di diffidenza, se non addirittura sdegno e odio, nei confronti di chi è stato chiamato a decidere responsabilmente delle sorti di noi cittadini. Mercoledì scorso, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, agli onorevoli è toccato addirittura rimanere a digiuno. “Colpa” dello sciopero dei dipendenti della Compass Group addetti ai servizi della mensa, del ristorante e del bar interno alla Camera dei Deputati, che senza mostrare alcun rispetto per le istituzioni hanno deciso di violare il decoro e l’etichetta di Montecitorio per protestare contro la decisone dell’azienda (7941 dipendenti sparsi in tutta Italia) di aprire la procedura di licenziamento collettivo per 824 unità, 15 delle quali impiegate nel servizio di ristorazione della Camera, e di chiudere la sede periferica di Roma. Hanno incrociato le braccia tutti gli 80 lavoratori, nessuno escluso, per gridare contro una decisione assurda, “motivata con uno stato di crisi che non esiste –dicono- visto che nell’ultimo anno sono state effettuate oltre 29mila ore di straordinari, senza parlare delle numerose assunzioni di stagisti e interinali. Questi dati dimostrano che la società e in piena salute e che, semmai, c’è carenza di personale”. La sensibilità dei politici, in questo caso, non si è fatta attendere: c’è chi si è accontentato di consumare panini, toast e supplì alla buvette interna, chi ha deciso di pranzare fuori per provare a risollevare i bilanci dei ristoratori nelle vicinanze, chi si è fidato, senza battere ciglio, di bere acqua e caffè da ineleganti e poco aristocratici bicchierini di plastica. Qualcuno, spazientito da un simile disservizio, ha accennato delle timide lamentele. In effetti, dopo gli aumenti dei prezzi scattati a inizio anno, un’intera giornata a “pancia vuota” diventa un attacco intollerabile. D’altronde si “mangia” per lavorare, non il contrario.