New York, aspettando l’uragano Sandy: il racconto dell’inviata de “Le Città”

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New York, aspettando l’uragano Sandy: il racconto dell’inviata de “Le Città”

di Donatella Mulvoni   – da New York
Le ultime battute della campagna elettorale per le presidenziali Usa, l’attesa per l’uragano in arrivo stanotte su New York. La collaboratrice de “Le Città” ci scrive dalla Grande Mela. Segue l’anticipazione deI reportage integrale mercoledì sul nostro settimanale tabloid.
(…) Ora mentre scrivo (lunedì 29 ottobre) i sondaggi li danno ancora testa a testa. In realtà se si analizzano solo gli Stati incerti, Obama mantiene un leggero vantaggio. Mancano nove giorni. Fuori dalla finestra il cielo è cupo, aspettiamo che l’uragano Sandy si abbatta su tutta la costa orientale. Anche le campagne elettorali hanno rallentato. Obama, in quanto presidente in carica è responsabile della sicurezza nazionale. E’ tornato a Washington e segue passo passo l’attività dell’agenzia federale per le emergenze. Anche Romney in un momento di emergenza come questo, in cui si temono numerosi morti e ingenti danni, ha abbassato i toni e annullato vari comizi nelle zone a rischio. Dovrà anche stare attento a limitare i pesanti attacchi al suo avversario,  perché se si dovessero verificare calamità naturali, le sue accuse politiche potrebbero risultare fuori luogo.                                                                                                                                                                                Anche New York si è fermata, chiuse scuole, metropolitane e la maggior parte dei negozi. Il vento è già forte, per strada non si vede nessuno. I veri problemi, Sandy li dovrebbe creare stanotte. Ho appena ricevuto una telefonata registrata dal comune che mi avverte di fare attenzione perché potrebbe sicuramente mancare la luce. A Battery Park, la punta più bassa di Manhattan, stamattina le onde del fiume erano già molto alte. Stasera come tutti resterò a casa. Mentre aspetto la tempesta, ogni due minuti guardo la mappa degli Stati appesa sulla parete della camera da letto. Potrei partire il due, sempre in pullman, penso.  Vedere che aria tira in Virginia, poi tappa ancora in Ohio, dove si tema una lotta fino all’ultimo voto, e infine il 6 novembre a Chicago, per raccontare quella notte la gioia o la disperazione del popolo fedele al presidente Obama.