L’intervista: Federico Landini

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L’intervista: Federico Landini

FedePianoFederico Landini è uno dei compositori italiani più attivi dell’ultimo decennio. In questi giorni è nelle sale cinematografiche col film Una donna per la vita di cui ha curato la colonna sonora. La regia è di Maurizio Casagrande e nel cast ci sono nomi come Sabrina Impacciatore, Neri Marcorè e Pino Insegno oltre alla Margareth Madè scoperta in “Baarìa” di Salvatores.
Che ne dici di questa tua ultima fatica?
“Ne sono molto felice. Collaborare con Maurizio è stato molto bello e molto facile. Ci conosciamo da tantissimo tempo, fin dai miei esordi come compositore di musiche per teatro, per cui sapevo esattamente quali fossero i suoi gusti”.
Come regista com’è?
“Unico. Maurizio è uno che ama il suo lavoro. Si siede accanto a te e si vede il film anche tre volte di fila per parlare delle idee e degli spunti da mettere dentro. Poi però ti lascia molta libertà creativa”.
Oltre al grande Maestro Morricone, chi stimi tra i tuoi colleghi?
“Sono troppo umile per definirli colleghi ma cito volentieri il “nostro” Franco Piersanti e gli americani John Williams e Danny Elfman. Andatevi a riascoltare cosa fanno gli archi nei film di Tim Burton”.
Per lavorare al cinema ci vuole comunque una base. Tu lo dimostri, no?
“Effettivamente ho studiato molto. Ho deciso di formarmi al conservatorio di Santa Cecilia perché credo che le basi siano importanti ma ho sempre avuto in mente il cinema che era ed è il mio sogno”.
Componi sempre con le immagini davanti agli occhi?
“Sì perché la fotografia e il montaggio influiscono troppo sulla musica per non averle chiare in mente. Poi però cerco sempre di pensare al fatto che le mie musiche devono poter essere ascoltate anche senza film”. 
Lavori anche nella pubblicità. Come ci sei arrivato?
“Mentre studiavo collaboravo molto col teatro. Scrivevo musiche per spettacoli. Un giorno in sala c’era un regista che aveva appena finito di girare uno spot per una nota marca giapponese di automobili e da lì è partito tutto”.
McDonalds, Toyota, Ford, Pepsi, Telecom. Ti vogliono tutti?
“Le grandi aziende vogliono chi ha precise caratteristiche. Innanzitutto devi essere rapido a lavorare perché, tra la richiesta e la consegna, passano appena uno o due giorni. Poi devi avere la capacità di creare tutto in trenta secondi. Non è così scontato”.
Qual è il tuo capolavoro?
“Capolavoro è un parolone ma ricordo sempre con grande affetto la musica “Bottom Up”, violoncello e voce, che ho composto per Liu Jo. Era il 2008 e, pochi giorni dopo la messa in onda, sono stato assalito dai discografici italiani che me ne chiedevano i diritti. Una bella soddisfazione”.
Un lato brutto del tuo lavoro qual ‘è?
“A volte capita che le cose non filino lisce come speravi. Mi spiego meglio. Tecnicamente non si propone mai una sola musica ma due o tre in modo che il cliente possa avere la sensazione di scegliere. Di base però se ne mette una in cui si crede molto e le altre a riempitivo per pilotare la scelta. Quando il giochino non funziona non è mai piacevole”.
Hai anche fondato una tua etichetta discografica. Sei coraggioso o incosciente?
“Entrambe le cose ma credo sia importante investire nel futuro. Volevo usare i miei contatti nel mondo del cinema e della pubblicità per lanciare giovani e piano piano ci sto riuscendo. Andate ad ascoltarvi Dott Reed, una bravissima cantante australiana che sto producendo io”.

Luca Bussoletti