A partire dal 26 aprile, l’Italia inizia lentamente il suo percorso verso la normalità: viene reintrodotta la zona gialla “rafforzata”per le regioni i cui dati lo consentono. Tra le zone che che rientrano in questa fascia saranno consentiti gli spostamenti senza autocertificazione. La grande novità è per le regioni di colore diverso: in quel caso sará necessario un pass che attesti di essersi sottoposti a tampone nelle 48 ore precedenti, di essersi vaccinati o di essere guariti dal Covid. In zona gialla e arancione le scuole tornano in presenza al 100%, mentre in zona rossa si prosegue con la didattica a distanza. Nelle regioni in zona gialla, bar e ristoranti riaprono sia a pranzo sia a cena, ma solo all’aperto e con distanziamento, con un massimo di quattro commensali per tavolo, se non conviventi. Vengono confermati il servizio da asporto e il coprifuoco alle 22. Inoltre, è consentito lo sport all’aria aperta, non solo individuale, ma anche basket, tennis e calcetto.
La notizia più attesa da mesi è la riapertura di cinema, stadi, teatri e musei, anche in questo caso, all’aperto e con una capienza massima di persone da rispettare. A tal proposito, il mondo della cultura è già pronto: i primi a preannunciare la loro riapertura sono i Musei Vaticani e i Giardini Vaticani che accoglieranno i loro visitatori a partire dal 3 maggio. Il tutto si dovrá svolgere nel rispetto delle regole anti-contagio: prenotazione online obbligatoria, puntualità negli orari di accesso, mascherina e distanziamento interpersonale. Dal canto suo, anche il mondo del calcio è pronto per la ripartenza: lo stadio Olimpico, infatti, riaprirá per ospitare le quattro gare degli Europei.
Ma quale aria si respira? Sicuramente ci sono incertezze e perplessità, soprattutto se si ripensa allo scorso anno, quando le riaperture sembravano essere il segnale di un progressivo ritorno alla normalità; una normalità che, purtroppo, non è stata poi riconquistata. Non mancano però il fermento e la speranza, in particolar modo in coloro che finalmente potranno tornare a lavorare (solo pochi giorni fa, a piazza del Popolo, si è svolta la protesta di 1500 operatori e tecnici dello spettacolo, fermi da mesi a causa della pandemia), in vista di un’estate, si spera, piena di musica, arte e soprattutto spensieratezza
Michela Casanova Moroni